Titolo:
UTENSILI SPARSI
Autore: Mary blindflowers & Fremmy DaFunk
Editore: Nettarg
Editore
Collana: Il
giardino della poesia
Prezzo: €.11,80 cartaceo (rilegato)
Pagine: 154
Genere: Poesia
Data Pubblicazione: Gennaio 2016
ISBN: 978-88-941169-7-7
Valutazione: 3,5
su 5
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http://www.nettarg.it/libreria.asp?cat=2&collana=3&books=8&novita=1
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Utensili Sparsi, pubblicazione curata da Nettarg Editore è “una silloge dedicata a tutti quelli che non troveranno la strada di casa, perché la strada non c’è, e non troveranno pace, perché pace non c’è, ma rimarranno vivi dopo il temporale, anche dopo essersi fatti male”. Così recita una parte della sinossi sul libro presa dal web. Oserei chiamarla poesia bellica quella di Mary e Fremmy, due nomi si, per una raccolta che contiene i versi di due autori differenti “Utensili sparsi(Mary) & Note Annegate(Fremmy)” un’accoppiata vincente? Non lo so, so solo che i poeti raramente vincono, partono sempre sconfitti cantava qualcuno. Sono versi che scavano, che s’inabissano nell’animo umano, verso un bivio di redenzione e dannazione: Rara follia/fortuna che ci sei./Utensili sparsi /nell’ordinaria crudità del giorno/camminano,/oggetti senz’anima e corpo,/in disistima del mondo bruto/nelle trame di sfuocate/letargie antidubbio.
La prima volta che ho detto a qualcuno che amavo molto
leggere e scrivere poesie mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha fatto gli
auguri, quasi come se stessi andando ad affrontare qualcosa di tremendo. Erano
gli anni novanta ancora i flussi della scrittura non si rigettavano sui social,
ero giovane, non capivo la disciplina e l’impegno del fare poesia. Mentre oggi,
alla luce di molte letture e studi approfonditi, ho constatato e toccato con mano cosa significa legarsi ad
essa e farsi strada in questo sentiero arduo, che nulla regala, ma tutto porta
via. Tempo, salute, spazio. Oggi stiamo vivendo un piccolo periodo d’oro, dove
sono davvero tante le persone che si cimentano in quest’arte e cercano di
smuovere le acque nel panorama letterario.
Una di queste è proprio Mary
Blindflowers, un’autrice di origini sarde che usa uno pseudonimo per
firmare le sue opere. Sono davvero tante le sue pubblicazioni e spaziano per
temi e stili, andando dalle analisi di testo di antichi manoscritti fino ai
romanzi, e per l’appunto alla poesia.
Nei testi presenti in questo libro “Utensili sparsi” Mary sembra
quasi non badare solo al contenuto, alle parole, ma traccia sul foglio delle
impronte efficienti, la poesia assume un corpo, una forma esplicita. Alcuni
testi sono stati impaginati (forse sarà
solo frutto della mia fantasia) in un modo che sembrino formare delle sagome
umane, vasi, catene a forma di stelle, così da creare una vera innovazione nel
campo dei versi.
Dietro la
lampo c’è un campo
di notti
vissute come fogli,
accartocciati
nello spreco
delle ore,
dietro la lampo
un sorriso
ammaliante,
e sogni
dispersi
in cui
trinciare le dita,
c’è la
schiena nuda come l’altare di un tempio
c’è il non
esempio del corpo,
la meta che
resta
brutale
nella resa
opaca delle tue braccia
che filtrano
il sole come carene
nell’indifferenza
dell’occhio
contro il
sogno senz’amore che viene.
Dietro la
lampo - Mary Blindflowers da Utensili
Sparsi
La
parola “corpo” è una chiave che apre al testo in questo caso, emerge nel ritmo
oscillante e secco, il tema del sogno su uno sfondo quasi di fiaba. Molte delle
poesie di questa raccolta variano nella struttura e nello stile e vengono
percepite dal lettore quasi come un esperimento, un gioco abile dell’autrice
che ha grandi qualità nel creare questa atmosfera quasi esoterica del verso.
“I
poeti sono i miei fratelli,/sono quelli che/mentre gli altri corrono,/si
fermano/ad appoggiare l’orecchio/sulla ferita aperta/del giorno e della
notte,/in silenzio” l’atmosfera di questa raccolta è quella tipica dei poeti crepuscolari,
e questo mi fa pensare a Palazzeschi,
Govoni, il riferimento alla morte, al
dolore e perché no ai mendicanti e vagabondi come cita proprio il testo di una
delle poesie “Clochard”, dove viene messa in evidenza una condizione di
malinconia, di abbandono che accomuna il poeta alla sorte degli oggetti più
trascurati, alla gente ai margini: “Clochard./Stasera ho sete./Spero che piova.”
Ma
in questa raccolta assistiamo anche all’esordio in poesia di Fremmy
la voce maschile di questo libro diviso in due parti, che con “Note annegate” incide sulla carta
stampata i suoi versi. Lo fa dopo una nota dell’autrice Mary Blindflowers che
introduce i suoi scritti e sembra conoscere molto bene oltre alla sua
scrittura, anche l’intento di questa nuova voce: “Una riflessione meditata sulla condizione umana, da leggere e
rileggere, per trovare ad ogni rilettura nuovi simboli, significati e
polisemanticità conscie ed inconscie in un gioco di incastri.”
Stridulo traboccare di note annegate,
corridoio marcio di lugubre torpore
un accenno di luce non si può.
Passi e porte, notturne, ancestrali
mi hanno immerso in musiche opulente,
un rischio da correggere ad arte,
immolarsi per il terrore del vuoto
disegnato sul muschio dietro la pittura.
Lacrime disseminate di sudore, agrodolci,
gesticolano sotto una botola scoperta,
un tetto ed una scia da colmare in altezza,
vestiti e contenitori fremono nello stantio,
ricurvo palcoscenico di me stesso senza me.
Una botola – Fremmy da Note annegate
È
una lirica molto diversa da quella che abbiamo appena preso in considerazione,
con questo suo primo componimento apre la sua silloge, e malgrado possa
sembrare abbastanza semplice in fatto di struttura credo che abbia un senso
originale nella scelta dei termini e delle tematiche. Si allontana immancabilmente
dal simbolismo decadente, dalla concezione umanistica classica legata
all'autrice precedente, ma resta nei dintorni, secondo un mio modesto parere, la sua lirica si
avvicina di più alle avanguardie(la vita come un palcoscenico), ad una visione
futuristica del senso poetico.
“L'ordine
del disambiguo/annega i sensi al pudore infimo/dell'incantesimo sfatato di
genesi/mi hai dato il/sospiro ultimo all'attimo/gemito di rancore sparso nel
cuore/l'ho depennato…” sono versi che scuotono, sono semplici ma diretti,
creano delle immagini nitide senza perdersi negli orpelli dei vocaboli. Quella di Fremmy è una poesia giovane, e la sua età (classe 83) ci fa ben
pensare ad una potenziale crescita della sua vena artistica.
Ho trovato questo libro di poesie, molto interessante,
libero da forme melense e da falsi propositi. “Uomini come utensili sparsi sul brodo
arido del mondo, esseri che si agitano in atmosfere realisticamente surreali,
realtà anacronistiche…” proprio com’è spiegato in questa breve nota, questa pubblicazione ha un
fascino tutto suo, e va assaporata lentamente, sorseggiata quasi. Credo che sia
un ottimo libro per passare una buona serata in compagnia della buona
poesia.
Approfondimento
Mary Blindflowers è nata a Sassari il 28 giugno
1972, laureata in materie letterarie (110/110 e lode), specializzata in
criminologia clinica e psicopatologia forense. È esperta di libri antichi e
moderni e vive attualmente a Londra. Ha all’attivo parecchie pubblicazioni
con diversi Editori, che spaziano attraverso diversi generi: citiamo Picacismo simbolico (Saggistica demonologica), Ichnussa, il piede di Dio (saggistica), Fiori ciechi (romanzo breve), Mister Yod non può morire (teatro), Lo strazio e Incroci di rosari
108 (poesia).
È considerata l’alfiere del movimento letterario detto Destrutturalismo, le cui idee diffonde
servendosi del blog controcomunebuonsenso.blogspot.co.uk.
Fremmy è nato a Napoli nel 1983 e
vive in Gran Bretagna dal 2007. Ha lavorato in Italia come pubblicista
presso il quotidiano “Otto Pagine – La Voce dell’Irpinia” di Avellino. In
Gran Bretagna si è dedicato all’arte della cucina come Commis Chef e Chef de
Rang per “Novotel King’s Cross St. Pancras” di Londra e poi come WebDesigner e
Graphic Developer in Freelance per “LuzDesign” nella City di Londra e
“DesignProject” a Leeds per poi tornare all’arte culinaria facendo il Caterer e
Distributore di Prodotti Tipici Italiani nell’East End di Londra presso i
mercati di “Hackney Ridley Road”, “Southwark East Street”, “Deptford Bridge
Greenwich Wandsworth” e più recente “Walthamstow High Street”. Ha anche lavorato
per la National Trust e collabora con il blog controcomunebuonsenso.blogspot.co.uk. di
recente ha esordito per Nettarg Editore anche come coautore di un libro particolare “Cucina di rabbia e poesia”ricette
di polemicucina.
Fabrizio Raccis
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