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domenica 5 gennaio 2025

Alberto lecca, O Capitano , mio Capitano!

C'era un tempo che, come l’aurora nobilmente m'incitava, così il tramonto mi portava sollievo. Ora non più. Questa bella luce non mi rischiara più, ogni bellezza mi è d’angoscia, dacché non posso più goderla. Dotato della percezione superiore, mi manca la bassa potenza di godere: sono dannato così nel modo più sottile e più perverso; sono dannato in mezzo al Paradiso!”
Herman Melville

Alberto Lecca classe 1961, non ha certo bisogno di presentazioni eclatanti, sono in tanti a conoscere le sue straordinarie performance poetiche sotto lo pseudonimo del Capitano Al Kellerman, un nome che fin dagli albori ha riscosso grandi successi, che ha calcato i maggiori palchi teatrali della sua terra diffondendo la leggenda del cormorano pazzo, Blue Blues.

Kellerman è uno dei maggiori poeti contemporanei della Sardegna, le sue tribolazioni poetiche nascono dalla solitudine delle ballate sul silenzio del mare. La sua scrittura ha come riferimento i vascelli di Coleridge, l’orrore di Kurtz, la navigazione maledetta di Achab; una rotta segnata da anni di riflessioni fondaleggianti attraccate alla salsedine delle nebbie verso i porti del baratro.

Nel corso della sua vita questo Capitano impavido ha dovuto affrontare i suoi dannati mostri marini, ha combattuto contro le avversità della vita, contro delle situazioni così difficili che lo hanno portato a perdere quello che di più caro aveva . Eppure il Capitano Kellerman non ha abbassato la testa, ha combattuto i dolori dell’anima, domando per l’ennesima volta il suo dolore fisico, non si è mai fatto spezzare, non si è mai dato per vinto!

Il suo Magazzino non era soltanto un negozio di autoricambi, perché la poesia nella sua vita non è mai stata qualcosa di decorativo o auto celebrativo, ha sempre fatto parte di tutta la sua intera esistenza, in ogni campo.

Quel posto, che sembrava davvero l’interno di un antico galeone spagnolo, è divenuto una memoria storica assoluta che da prima degli anni ottanta, gestito in collaborazione(oltre 30 anni) con poeti come Roberto Belli, dal punto di vista culturale e poetico,  fino a qualche tempo fa, è servito anche a catalogare decine e decine di libri, eventi, riviste e autentiche chicche che riguardavano il movimento poetico contemporaneo di autori italiani e stranieri che hanno attraversato il cammino di questo poeta. Alcuni visti e vissuti in prima persona come Gregory Corso, Jack Hirschman, Agneta Falk, Rino Sudano, Pedro Pietri, Lawrence Ferlinghetti, Marc Porcu e molti altri. Indimenticabile la sua collaborazione con il poeta “Rosso” Hirschman, amico intimo, che ha tradotto le poesie di Alberto Lecca e ha preso parte a diversi spettacoli di poesie insieme a lui, proprio in Sardegna. Anche la collaborazione con Macchina Amniotica un gruppo dai richiami al punk americano, al post-industrial, alle opere di personaggi letterari come William Burroughs, alle potenzialità dell'elettronica. Collaborazione storica con i membri Arnaldo Pontis e Roberto Belli che dura ancora oggi attraverso l'accompagnamento musicale della Brigata Stirner

Le sue incursioni poetiche, durante i reading organizzati dalla redazione di Erbafoglio, rivista di cultura poetica che dirige dal 1988, sono delle vere e proprie opere poetiche in movimento che vengono in gran parte improvvisate al momento, accompagnate, quasi sempre da una musica guidata dai gruppi citati in precedenza o intervallata dal Jazz live di musicisti come Piero Di Rienzo, scomparso qualche tempo fa, da esperti musicisti e cantautori come Stefano Giaccone, che ha partecipato in prima persona proprio per gli eventi legati a Blue Blues.


Non Importa Essere In Pochi
Importa Essere Intensi
Non C’è Stato Niente Da Fare...

Quanto Tempo
Ho Trascorso Qui Dentro?
È Quasi Tre Anni
Che Sono Dentro Di Me
E Mi Sono Ritrovato
Su Queste Due Ruote
A Perdere. A Sognare. A Scrivere.
A Distruggere Lentamente.
A Comporre. A Cercare Suoni Nel Silenzio.
Nel Silenzio. A Distruggere Letteratura.
A Cercare Di Costruire Letteratura.
Mi Sono Chiesto Questo E Tanto Altro
Ma Non C’è Stato Niente Da Fare
Troppa Bonaccia Stasera.
Troppa Bonaccia Stasera.
In Navigazione Sento Molto Lontano
Il Rumore Del Mare. Lo Sento Lontano
Ma È Sempre Stato Dentro Di Me.
Stavo Forse Meglio Quando
Non Avevo Il Senso Di Una Ruota?
Stavo Forse Meglio Quando
Ero Un Uomo Senza Profondità?
Non Lo Sò. Non Lo Voglio Sapere
Stavo Forse Meglio Quando
Non Avevo Il Senso Di Sconfitta?
Non Avevo Il Senso Di Achab.
Non Avevo Il Bob di Parker.
Di Coltrane, Il Senso Kurtz.
Orrore. Orrore. Orrore.
Siamo Gli Uomini Vuoti.
Gli Uomini Impagliati.
Non Avevo Nulla Di Tutto Questo.
Il Senso Della Sconfitta
Non È Un Utopia. Un Tumore.
Un Male Incurabile.
Il Senso Della Sconfitta
È Un Arrembaggio. È Un Arrembaggio…

Parte di una poesia improvvisata il 28/11/2024
durante un readig di Presentazione della rivista Erbafoglio a Cagliari


Dopo la chiusura fisica del suo Magazzino, Alberto è divenuto lui stesso un magazzino umano urlante, un’enciclopedia storica vivente, capace di emozionare tutto il pubblico con la sua sincerità disarmante, specialmente, quando racconta il suo vissuto, le sue esperienze artistiche, le passioni letterarie e musicali. Non ho mai conosciuto un migliore performer delle sue opere, perché è proprio lui a divenire l’opera d’arte principale.

Ho conosciuto Alberto Lecca grazie ad un altro importante poeta sardo, Michele Licheri, un amico inseparabile del Capitano. Ho riscoperto e assaporato le sue arcane poesie attraverso il libro Blue Blues – Lacrime profonde di un malinconico cormorano pazzo, Cuec, (1999) Una raccolta poetica incredibile, molto moderna per il periodo, che ha anticipato, anni luce, il modo di pubblicare e intendere la poesia contemporanea, grazie al suo formato dinamico che unisce immagini fotografiche, opere artistiche figurative alla qualità dei suoi testi. Anche la musica gioca il suo ruolo fondamentale dentro un perfetto equilibrio attraverso la sua poesia, il suono come metafora della carne inebria e avvolge nella sua dolcezza straziante il ritmo incalzante di un mare sconfinato. Antonello Zanda nella postfazione del libro scrive: « Quella di Alberto Lecca si afferma come poesia assoluta. O forse sarebbe meglio dire poesia che è dominata dalla tensione dell'assoluto.»  


A Samuel Beckett

Ombre Di Farfalle D’argento
Nella Claustrofobia Liquida Degli Oceani.
Punti Sparsi Nei Sensi Del Vento.
Gli Orologi A Pendolo Della Morte.
Ticchettano Senza Fine Il Destino Dei Pazzi.

Creare Le Atmosfere Della Nostra Luce.
Nelle Menti Deformi Di Uomini Soli.
Spettatori Pazzi Della Notte.
E Poi Volare Lontani.
Dove Non Sorge Il Dolore.
Con Le Sue Monotonie Verticalizzate.
Nel Profondo Abissale Della Scalcinazione.

Pezzi Di Uomo Nelle Strade Senza Fine.
La Nave Affonda.
Occhi Di Cristallo Al Largo Delle Isole.
E I Sogni Restano Ricordo.
Il Galleggiare Dei Miei Stessi Relitti.
Questo Triste Questo Triste Uragano.
Era Sorta L’Alba.
O Forse La Notte.

Alberto Lecca, Soppalco 1, Blue Blues, Lacrime profonde di un malinconico cormorano pazzo, Cuec, 1999


Caratteristica evidente di questa corposa raccolta poetica è la sua forma nomade e metropolitana, un viaggio spirituale che si nutre di ogni particella che ha circondato la mente di questo poeta saturo di navigazioni.

Personaggi storici della letteratura, personaggi poetici che riprendono vita attraverso la parola del Capitano Kellerman, mescolandosi ad elementi della natura e del quotidiano, fortemente caratterizzati, rendono i capitoli di questo libro un prodotto perfetto per il teatro.

Suddiviso in otto soppalchi Blue Blues raccoglie il silenzio magazzinale della notte, capace di disancorare la parola dalla pagina, per renderla vivida al lettore. Una potenza della poesia così evidente, abitata da sensazioni devastanti che inevitabilmente lasciano il segno.

Emerge questa poesia, non si trascina, la sua scrittura stabilisce un rapporto assoluto con il vecchio e il nuovo mondo, un ritratto movimentato dalle tempeste passate, dai turbini e dalla furia del vento che non ha affondato questa possente nave carica di ogni diavoleria letteraria.

C’ è un meccanismo incredibile che si attiva ogni volta che questo poeta si appresta a fare poesia, che produce esiti poetici di natura eccezionale, frutto della sua mediazione con il mondo esterno e quello interiore.


Lacrime Di Una Voce Negra.
Nel Gospel MezzoSoprano Della Notte.
Al Ritmico Sussultare Dei Gemiti Del Vento.
Il Marcio Morire Smeraldino Dei Fogliami D’acqua.

Il Tempo Dei Gitani.
Nel Tango Della Mia Notte.
Al Tanfo Marcio Dell’Agonia.
Il Sorgere Meditabondo.
Dei Miei Cadaveri Di Morte.

Una Notte.
Nella Notte.
Al Piovigginare Dolce Delle Tue Lacrime.
Il Navigatore Stanco.
Della Mia Automobile D’azzurro.

Negli Occhi Languidi.
Delle Mie Strade Sconnesse.
Al Tonfo Auricolare Delle Giostre.
L’innalzare Spento della Palpebra Notturna.

Allo Squallido Sorgere.
Delle Mie Libidini.
Tenebrosi Rivoli Di Sperma Profondo.
Straripano Nello Sguardo Discreto.
Di Un Vecchio Muro Addormentato.

Alberto Lecca, Soppalco 4, Blue Blues, Lacrime profonde di un malinconico cormorano pazzo, Cuec, 1999


«L’assurdo della mia storia nasce all’interno di un magazzino dove io lavoro. La differenza tra lo smistamento, l’ordinare, la vendita, il cliente, la poesia. È l’immaginario che affonda nei miei scaffali, nel molo dei sensori nella differenza. È nell’ultimo punto, nel nulla c’è il mio Blues lontano del 1929. Quando la mano stringe lo spare part, tra il separatore e la lamiera, il suono. Dodici ballate sempre uguali che piovono sul silenzio partorendone le sue pozzanghere» Così scrive Alberto Lecca nel suo libro, soppalco 7, sottotitolato: Kellerman, un bacio un ricordo l’inferno.

Attraverso i suoi brani l’autore racconta questo dualismo, la convivenza obbligata tra il caotico vivere nella società comune e l’antidoto, l’unico in grado di addolcire la quotidianità, l’arte, la vera poesia. Libera dai preconcetti, dalle regole imposte dalle accademie, dai critici fannulloni che oggi si ergono a grandi scrittori e poeti. La critica è morta quando gli stessi critici sono diventati la materia primaria di una cultura fatta a pezzi, omologata, senza nessun ritegno.

Ed è così che il Capitano Kellerman è passato all’attacco con la sua ciurma di poeti pirati, il suo vascello ha attraccato nei porti dell’anima.

Più istrionico e affascinante del Capitano John Silver, più inquietante e spietato di Uriah Heep, con la stessa caparbietà di Giona che è riuscito a fuggire dalla bocca del suo mostro marino.

Il Capitano è riuscito ad evocare attraverso i suoi piani poetici, un gioco unico e assoluto, capace di riportare in vita i grandi classici del passato, attraverso il suo sguardo personale sul mondo, sempre avido di sensazioni profonde che divorano la cultura contemporanea.



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