Non è certo il bacio di Klimt
Non è certo come il bacio di Klimt
così emotivo e passionale,
ma è sempre ruvido e spigoloso
liscio o spugnoso come le ossa
con semplici contorni di terra,
la terra della quale siamo fatti.
Non parlano di noi i racconti rosa
parlano di corpi morbidi e candidi
di carezze leggere in corpi caldi,
ma i nostri baci sono più duri
i nostri corpi giacciono nel fango
e le tue unghie lasciano il segno
sulla mia schiena come il cuore amaro
nei tempi bui.
Non è certo come il bacio di Klimt
così colorato e armonioso
brillante di luci,
il nostro è comunque un bacio
tra due anime dal cuore chiassoso
che si prendo a morsi e carezze.
Sono schiavo di tutto
Sono schiavo di tutto e di
tutti,
di nessuno.
Cammino con le scarpe
fradice
per la strada deserta,
affollata soltanto da
invisibili.
Non puoi dire di aver
realmente vissuto
se non hai mai provato la
vita On the road.
Se non hai mai tirato un
pugno
in faccia a qualcuno,
se non hai mai riso di
gusto
per una bravata,
se non hai mai subito
abbastanza.
Il circo della vita si
sconta
vivendo passioni
sconfinate,
bevendo fino all'ultima
goccia
questa bottiglia di rosso.
Bruciano le mie interiora
all'interno del corpo
continua a friggere questo
distillato
dentro la pancia.
Non ho nessun posto qui,
sono da per tutto,
cammino con lo sguardo
basso
inseguendo le tracce
sull'asfalto rovente.
Le tracce di chi vomita
sangue
per sfuggire alla vita
e poi si rende conto
di non avere vissuto
abbastanza.
Sono come un gatto
Sono come un gatto
sulle tue scarpe vecchie
a sentire gli odori
i fumi delle strade che hai calpestato,
quelli più veri, quelli più forti
nell'umidità della tela consumata.
Gioco con i tuoi lacci
eterno giocondo dal pelo arruffato,
fastidioso tediante
famelico divoratore
di bellezza consumata.
Sono come un gatto
sulle tue scarpe trasandate
mi sfrego e ondeggio intorno
nella mia danza
come un corteggiamento gitano.
Passo il tempo in attesa
di rincorrere all'assalto
ancora una volta
i tuoi piedi nudi.
sulle tue scarpe vecchie
a sentire gli odori
i fumi delle strade che hai calpestato,
quelli più veri, quelli più forti
nell'umidità della tela consumata.
Gioco con i tuoi lacci
eterno giocondo dal pelo arruffato,
fastidioso tediante
famelico divoratore
di bellezza consumata.
Sono come un gatto
sulle tue scarpe trasandate
mi sfrego e ondeggio intorno
nella mia danza
come un corteggiamento gitano.
Passo il tempo in attesa
di rincorrere all'assalto
ancora una volta
i tuoi piedi nudi.
Testi:
© Fabrizio Raccis
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