Grande successo per il tour della superstizione
Cagliari 21-12-2012
In numerosi giovani e meno giovani, gli abitanti di
Cagliari, hanno ripercorso le strade di Castello e affrontato il
fatidico giorno della fine del mondo secondo il celebre calendario
maya. Una grande folla di persone non si è fatta intimidire dalle
continue pressioni che i media hanno portato avanti in Tv come in
diversi giornali o quotidiani di tutto il mondo, ma al contrario
hanno dato un calcio alla superstizione che aleggiava attorno a
quella data maledetta, divenuta così celebre anche grazie ad alcuni
film e libri che hanno riscosso un grande successo a causa del
messaggio pseudo-profetico che portava la famosa profezia Maya.
Grazie alla guida di Marcello Polastri giornalista e
scrittore, si sono immersi nelle terrificanti vicende del Castello di
Castro tra storie accattivanti di antichi abitanti perseguitati dalle
loro maledizioni, tra le leggende e aneddoti che rivivono ancora
grazie a coloro che hanno la voglia e l'interesse comune di
accrescere la propria cultura.
Marcello Polastri e Raccis Fabrizio durante la serata |
Un viaggio entusiasmante e misterioso accompagnato
anche dalle poesie di Raccis Fabrizio che ha esordito con un sonetto
sulla fine del mondo e citando alcuni versi del celebre scrittore
maledetto Edgar Allan Poe. Il percorso ha toccato le più oscure e
strette viuzze di Castello, tra storie di fantasmi e lugubri racconti
di morte, rasentando la storica via porticata che attraversa gli
edifici dell'Ordine mauriziano e le vecchie strutture abitate dai
Gesuiti facendo tappa anche nella Chiesa di Santa croce, dove per via
del tutto eccezionale, per la prima volta è stata concessa la visita
della sacrestia ad un gruppo così considerevole di persone. Molte le
opere d'arte di inestimabile valore che hanno ravvivato la serata con
i loro temi mistici e sacrali.
Le numerose persone che hanno preso parte all'evento |
Nella risalita notturna per i viottoli verso le
torri più alte del quartiere è stata visitata la splendida mostra a
cura dello scultore Giampiero Frau che per l'occasione ha spiegato
alcuni passaggi del suo lavoro, di come gran parte delle sue opere
siano frutto di un lavoro lungo e delicato atte a sensibilizzare le
persone che si fermano ad osservare i suoi cavalli di bronzo, e
alcune delle sue creature più riuscite, come i galli e le lumache.
Nella sala a rubare la scena a tutto il resto delle opere un Cristo
dalle rifiniture straordinarie e dai particolari all'avanguardia come
il pacemaker.
E' stata una notte all'insegna del mistero e
della superstizione, che ha trasportato numerosi cittadini per quelle
strade facendo rivivere quelle antiche storie tenebrose sotto gli
occhi di tutti all'insegna di una fine del mondo mancata.
La fine del mondo
una delle poesie lette da Raccis Fabrizio
I miei occhi e il cuore son venuti a vederti
se or a ciascuno o all’altro qual di bene riservi:
che i miei occhi son desiosi di osservarti,
e il cuore all'impazzata si strugge nell'attenderti,
gli occhi son curiosi di conoscer l’effige
al banchetto di vita e morte che siam sottoposti
dove un cupo manto di superstizione vige
ancor una volta gli occhi son ospiti del cuore
e partecipan involontari a profezie gitane senza pari
il caro pensier di morte ci pare uno sberleffo
coraggiosamente qui riuniti per dare alla fine del mondo
un dolce schiaffo!
Così, mia cara armaghedon citata e celebrata,
anche se bislacca oggi sei sempre in me presente;
e sempre io son con loro ed essi son con te;
e se essi dormono, nella tua attesa fa che sia spazzata
dal loro cuscino ogni speranza di farla franca
desta il cuore mio a delizia tua, e degli occhi di chi t'a cercata.
La fine del mondo
una delle poesie lette da Raccis Fabrizio
I miei occhi e il cuore son venuti a vederti
se or a ciascuno o all’altro qual di bene riservi:
che i miei occhi son desiosi di osservarti,
e il cuore all'impazzata si strugge nell'attenderti,
gli occhi son curiosi di conoscer l’effige
al banchetto di vita e morte che siam sottoposti
dove un cupo manto di superstizione vige
ancor una volta gli occhi son ospiti del cuore
e partecipan involontari a profezie gitane senza pari
il caro pensier di morte ci pare uno sberleffo
coraggiosamente qui riuniti per dare alla fine del mondo
un dolce schiaffo!
Così, mia cara armaghedon citata e celebrata,
anche se bislacca oggi sei sempre in me presente;
e sempre io son con loro ed essi son con te;
e se essi dormono, nella tua attesa fa che sia spazzata
dal loro cuscino ogni speranza di farla franca
desta il cuore mio a delizia tua, e degli occhi di chi t'a cercata.
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