Salve ragazzi volevo regalarvi una breve anteprima del mio ultimo racconto BUIO DENSO, una piccola mistery story che forse è più simile ad un racconto per ragazzi. Questa storia nasce da un piccolo esercizio di scrittura sul sito della LaPiccolaVolante laboratorio di scrittura, il testo è un po differente da quello sul sito per vie delle varie modifiche e dei suggerimenti dei lettori!
Un caro saluto
F.R.
***
Era appena passata la mezzanotte di quel
sortilegio estivo, eravamo sgattaiolati via dalla villa come ogni sera,
lasciando tutti nel loro tepore notturno.
Le vacanze estive erano il periodo più bello
dell'anno. Durante il periodo scolastico passavamo interminabili ore a
pianificare i nostri divertimenti, le avventure che avremo affrontato durante
quelle due settimane di riposo, lontani da quel caotico via vai quotidiano,
lontani dalla città.
La nostra villa si trovava in Sardegna ai
piedi di Monti Nieddu(Monte Nero), immersa nella parte più selvaggia del
medio campidano, tra folti alberi e piante di mirto selvatico. Noi eravamo i
tre impavidi, gli irriducibili ragazzini di città.
Berenice,
la cugina più grande aveva 13 anni, un anno più di me, e 4 rispetto ad Alex,
il mio fratellino. Lei era un po’ il nostro capitano, si divertiva a dare
ordini e spesso tra noi nascevano dispute per la detenzione del comando,
inoltre aveva un gusto eccentrico nel torturare le lucertole o metterci paura
con le sue storie grottesche.
Quella notte, com'era accaduto più volte,
saltammo la recinzione per salire verso il monte. C'era un affare gigantesco
appeso nel buio, un buco bianco dai contorni perfetti, al suo interno
s’intravedevano le mille striature di una gigantesca patata, non avevamo mai
visto qualcosa di così pallido e lucente, stavamo percorrendo un sentiero,
l'unica strada argillosa che permetteva il passaggio delle automobili lungo il
monte. Tutti e tre camminavamo con il naso all'insù come ipnotizzati dalla luna
e dai suoi crateri nitidi quanto mai prima.
Alex
andava a rilento e barcollava dal sonno;
«Avanti Alex!» esclamò Berenice irritata,
«Se non vuoi perderti il gregge di cinghiali che vive quassù ai piedi del
monte, ti conviene muovere più veloce quelle gambette, o preferisci stare
indietro tutto solo e soletto, al buio?!»
Alex
mugugnò degli strani versi e disse quasi piagnucolando: «Stavo solo guardando
le stelle! Dai, non correte...poi è tutto così nero qui fuori, perché non
accendiamo la pila?»
«Ma sei matto?» dissi, «...usciamo dalla strada e
saliamo al monte, una volta dentro daremo meno nell'occhio e accenderemo la
pila!»
«Siete i soliti bambocci!» disse lei.
«Questa volta faremo a modo mio, niente
luce...vediamo se siete in grado di competere con una femminuccia, chi di voi
si sente in grado di sfidare il buio?»
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