Ricordo ancora nel
lontano 2005 quasi quindici anni fa, quando per la prima volta diedi alle stampe la mia prima raccolta di poesie dal titolo la Farfalla e altre
poesie, tra l'altro con una casa editrice cagliaritana. Ero pieno di me, orgoglioso del primo frutto che
avevano portato quegli scritti che conservavo gelosamente nel mio
computer.
Erano anni che continuavo
a scrivere, libero di schemi e pieno di lacune nell'ambito della
poesia stessa, mi annoiavo velocemente a rileggere i classici e
qualsiasi autore contemporaneo. Poi scoprì di avere un antenato, che
con il mio stesso cognome, le mie stesse idee e persino quasi la
stessa ispirazione aveva pubblicato già nel lontano 1976 diversi libri di
poesia e narrativa.
Egidio Raccis che ha vissuto per diversi anni in Castello quartiere storico di Cagliari, era
uno dei fratelli di mio nonno, l'unico libro che possiedo a testimonianza della sua esistenza dice
queste brevi parole su di lui: “Vive a Cagliari, città
dove ha modo di dedicare l'attenzione alla musica, al canto lirico e
alla pittura. Collabora a riviste letterarie ed a giornali. Premiato
in numerosi concorsi letterari, è presente in antologie di
prestigio. Ha pubblicato ed ha in corso di pubblicazione volumi di
poesia e narrativa.” Dal libro “Brividi di Luce”
Seledizioni-Selecta (Bologna) 1977
Fu una grande sorpresa per me, provai le stesse emozioni che citavo all'inizio dell'articolo per
quanto riguarda il mio primo libro, feci molte domande a
parenti e vecchi amici di famiglia per cercare di dare a questo mio
zio una forma presente e più chiara possibile, ma quasi tutti
avevano un idea vaga e un ricordo troppo sbiadito per farmi conoscere
ogni particolare della sua vita e della sua attività letteraria.
Comunque sono felice di avere tra le mani, qualcosa che io vedo come
un piccolo testamento poetico, questo suo libro molto romantico e a
tratti molto sentimentalista. Nulla di più vero e sentito di una sua
raccolta di poesie, tra l'altro introvabile, come le informazioni sul
suo conto!
Da quanto ho potuto
capire leggendo era un vero artista, amava dipingere e aveva la passione per la musica. Voglio fare un
vanto di questo legame di sangue, che sicuramente ha contribuito alla
mia formazione artistica e mi ha profondamente onorato nel cuore e
nell'anima. Non è cosa di tutti i giorni scoprire dal nulla, di aver
avuto uno stretto parente che ha condiviso sulla carta e sulla tela
bianca le tue stesse passioni, i tuoi stessi sentimenti, i tuoi
stessi ideali, lo vivo quasi come un miracolo, un tesoro segreto da
condividere con tutti voi.
Ecco alcune delle poesie scelte dalla sua
raccolta:
Il cancello si è chiuso
ed il desiderio
me lo fa limitare d'ogni
mondo.
Ci fu un tempo che in te
si ravvivava il mio
vivere
torbido,incerto
e, forse, carente di
dolcezze.
Ma il fuoco del tuo passo
si riaccendeva nella
penombra
dal viale deserto
e rischiariva una novella
speranza,
come Sirio illuminò
i tuoi capelli colore
della notte.
Fu là che il tuo amore
domandava
i suoi cieli al mio
cuore;
fu proprio là che mi
confidavi
le tue amarezze e le tue
pene:
tu sapevi che un
esistenza ignavia
è come esporre su di un
cancello
il volto di rose già
sbocciate,
cui profana ogni mano
impura.
Il cancello chiuso-
Egidio Raccis Selecta Seledizioni (Bologna) 1977
Come potete leggere la
sua, è una poesia d'altri tempi molto romantica e sensibile. Una
scrittura raffinata ed elegante usa immagini astratte e colpisce la
sua descrizione del sentimento che quasi si tocca con mano. In questa
poesia c'è un rammarico che comunque sia, viene sopraffatto dalle
confidenze disarmanti di una figura femminile.
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Un gabbiano vagante,
solitario e pensieroso,
assapora brezze del
mattino
e, sull'arenile della
spiaggia,
tristemente tocca flussi
marini.
Forse è là
che il gabbiano vive
sgomento
una vita che anela
di ansie sconcertanti
e che a noi non rivela.
È proprio là che dice
al suo dio,
in ermetico linguaggio,
della fauna marina
saporosa pure di
petrolio.
È là che non può
tuffarsi nel mare
o galleggiare sulle onde
e che evita olio, catrame
e tutto il resto
per non imbrattare piume
penne,
consentendogli così
di librarsi ancora sulle
ali.
Il gabbiano, triste e
solitario,
impressionato e avvilito
da cotanta avversa
prospettiva,
emette reiterate grida
violente
che sembrano scrosci di
risate.
Gabbiano solitario-
Egidio Raccis Selecta Seledizioni (Bologna) 1977
A distanza di decenni
questa poesia sembra attualissima, eppure è stata pubblicata nel
lontano 76 e scritta magari poco prima, descrive il disagio della natura a causa,
come tutti immaginiamo dopo la lettura, dello scempio che continua a
fare l'uomo sulla terra e sul mare. È un grido di dolore, ma anche
una denuncia in questo caso del poeta, che si fa soggetto dietro le
spoglie di un gabbiano per dichiarare a tutti il suo disagio. Si
denota in questi versi una forte sensibilità verso l'ambiente e gli
animali che lo circondano.
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Splendida di notte a luce
infinita,
pallida nella nebbia
autunnale,
incerta fra nubi e la
schiarita
non appena è cessato il
temporale.
Doni la tua presenza a
noi viventi,
sei amica dei poeti e
degli amanti,
ci assisti nelle gioie e
nei tormenti
come stella
d'orientamento ai naviganti.
Ogni poeta ti guarda
molto seriamente,
decanta le tue virtù e
resti muta
e tu, rinnovando il
viaggio eternamente,
fingi d'essere una
piccola sconosciuta.
Alla luna-
Egidio Raccis Selecta Seledizioni (Bologna) 1977
Anche le sue poesie
affrontano tematiche classiche, e inni che hanno fatto la storia del
romanticismo con dedica “Alla luna” musa ispiratrice di grandi
artisti, scrittori, poeti e pittori. È evidente una forte capacità
descrittiva limpida e onesta, come la visione pura che ha mantenuto
nella sua mente l'autore.
Sono felice di aver
condiviso con voi questo breve viaggio, dentro i versi di un autore
che mi è particolarmente caro, che merita l'attenzione di ogni
passante per il suo impegno poetico ancora poco conosciuto o per
molti casi sconosciuto nel mondo moderno.
In ricordo di Egidio
Raccis
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