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giovedì 19 gennaio 2023

Daniela Ripetti Pacchini, La poesia eterna di Phoenix


Nelle tue poesie è visibile l’amabile baldanza toscana che non conosce limiti di tempo e di spazio ed è subito moderna...Appartieni insomma, ad una cultura sempre capace di sorprendere l’attimo che fugge. [...]Tu alterni l’idea di una poesia della rivolta civile, a quella di una poesia per te sola, magari a chiave, magari localizzata nel luogo stesso in cui si strugge la tua esistenza. Con queste attente parole il grande Alberto Moravia firmava la prefazione delle poesie di Daniela Ripetti Pacchini nel 1982 a Dei trapassati intendimenti, lo scrittore e saggista era riuscito ad elaborare una perfetta analisi della poesia di questa autrice che nella sua lunga carriera artistica ha incrociato e stretto amicizia con tanti altri personaggi importanti, giusto per citarne qualcun altro, l’indimenticabile Federico Fellini o ancora Dario Bellezza.

La poetessa con Federico Fellini

Nata a Pisa, Daniela Ripetti Pacchini fino ai primi anni Ottanta ha vissuto prevalentemente a Roma. Psicologa e psicoterapeuta ha collaborato con molte riviste e quotidiani italiani. Si è occupata di teatro lavorando in Italia e in Francia con l’attore, drammaturgo Carmelo Bene.

Documentata da foto, lettere di stima e articoli nazionali la vita artistica di questa poetessa racchiude in sé tante storie, storie di artisti che da tempo sono scomparsi, uomini o donne che hanno lasciato un segno nei ricordi e nella penna di questa abile poetessa.

Lei stessa si ispirava ad Antonin Artaud già dal 1977 durante le letture di Rebis (La poesia e il suo doppio) o gli altri eventi organizzati dal Beat ’72 di Roma, uno dei centri più importanti di ricerca teatrale e poetica, amalgamando la poesia al teatro come forma vivente, dando vita ad un teatro volante, vivo e pulsante di musica e gestualità, definito “teatro di guerriglia” tra Brecht e Artaud.

Fin dai suoi esordi, la sua ricca attività poetica ha ricevuto tanti consensi da personaggi illustri del mondo dello spettacolo e della letteratura perché lei stessa ne era parte integrante. È stata protagonista di diversi festival di poesia contemporanea, i suoi versi sono stati pubblicati e tradotti in riviste tra cui “Nuovi Argomenti”, “Guida poetica Italiana”, “ClanDestino”, “Quinta Generazione”, “The Literary Review”(rivista americana di poesia contemporanea in traduzione inglese) e “Altipiano” (rivista culturale messicana in traduzione spagnola). Si trovano inoltre in antologie come Poeti italiani al 2° festival dei poeti,  o Letteratura degli anni Ottanta a cura di F. Bettini, M. Lunetta, F. Muzzioli, La poesia nel Lazio a cura di R. Pellecchia e in libri come Il romanzo di Castelporziano.

Oltre ai suoi scritti di tipo psicologico, ha pubblicato testi di poesia, o prosa e poesia tra questi: “Dei trapassati intendimenti”(1982), “Marcia della prudenza”(1992) “Una giovinezza rubata - Memorie di Guerra Fredda”(2019), “La poesia e il suo doppio”(2021) e l’ultima plaquette dal titolo “Poesia – Phoenix”(2022), edita per Transeuropa/nuova poetica.


Daniela Ripetti Pacchini
Poesia - Phoenix è una plaquette di poesia davvero raffinata, la poetessa sembra avere raggiunto l’apice intenso dell’eternità attraverso il verso sciolto, ripropone vecchi e nuovi testi, il suo è un linguaggio universale che trascende ogni condizione, scrive in italiano e in inglese, è capace di catturare il proprio vissuto per trafiggerlo come stelle, una per una, su questi fogli di carta che rappresentano le sue memorie. È inevitabile non venire colpiti da una tale sconfinata dolcezza... “e dovendo interrogare tutti i fantasmi/per capire di me, decisi/di dimenticarmi…

Da Roma a Praga, dall’Europa all’America, sono ancora tante le tappe poetiche che questa autrice ha attraversato durante la sua vita, per tutto questo tempo non ha mai smesso di scrivere, di vivere l’arte e la poesia sulla propria pelle, neppure quando è stata colpita da una terribile patologia che l’ha esiliata dal mondo dopo svariati ricoveri.

Sono racchiusi in questa plaquette anche i versi che ha scritto durante le prove del Romeo e Giulietta di Carmelo Bene nel 1977, a testimoniare il fervore, l’intensa dedicazione al dio del verso: 

“Nemici della pace...che profanate
queste rosse spade nel fratricidio…
È già la terza volta...Capuleti e Montecchi…
È già la terza volta…”
Ma come siamo bravi a fomentare l’odio
vanità è l’unica reale
fittizio macinino che logora i giorni
bella vanità è starsene fra i sogni
e amare la realtà nella misura in cui...s’en va[...]

 Poesia dalla raccolta Poesia - Phoenix, Daniela Ripetti Pacchini

Per apprezzare al meglio la poetica di Daniela Ripetti Pacchini dobbiamo leggerla con attenzione, dobbiamo osservarla facendo qualche passo indietro, da lontano, come per ammirare un meraviglioso paesaggio, una di quelle lande poderose e sconfinate che tolgono il respiro. È così che si apprezza l’incanto, osservando attentamente ogni minimo dettaglio con una visione molto più ampia.

Le sue poesie richiamano ad un tormento che diviene innovazione, sacrificio, la medicina dell’anima che goccia dopo goccia scava nell’interminabile scandire delle ore: “Non ergete lapidi ad Orfeo.../intona il poeta/sebbene frusta sia la soglia del dire.../Orfeo continua a cantare...canta e muore,/muore e canta.../condannato a non morire.

Si possono apprezzare i richiami a poeti come Rainer Maria Rilke, Dylan Thomas, William Shakespeare, e ancora al simbolismo, ad una spiritualità moderna che non punta alle attenzioni della massa, all’assoluzione, che non bada ad ammaestrare il pubblico di lettori, da molto tempo la poetessa ha intrapreso la via di salvezza più mistica, ha sconfitto la tragedia e riflette sul mondo estetico e filosofico passando da Schopenhauer a Nietzsche, sgretolando le barriere di ogni classicismo ed elevando le sue liriche ad un qualcosa di più grande di noi.

LA VITA è IRREPARABILE

La vita è irreparabile
questo dolore è irreparabile
solo,
senza scampo di morte.
Io e te, Emily,
oggi prendiamo un tè
raccontiamoci le cose
da vecchie amiche…
dimmi una parola audace ridente
fammi giocare,
noi...termini intermedi
tra l’immensità e il vuoto,
piccole cose da poco
stelle già svanite
e nessuno che inveri la storia
di quel flebile istante
dove la vita ritorna a vivere.
Venga il male fisico
la vertigine del dolore
che mi distragga dal dolore peggiore:
quello irreparabile
di vivere.

 Poesia dalla raccolta Poesia - Phoenix, Daniela Ripetti Pacchini

La scrittura di questa poetessa trasuda verità, riesce a smuovere e dinamizzare le parole che non restano incollate al foglio, si sfilacciano a grappoli e, ogni acino sinteticamente, ci racconta il respiro del corpo.

Nella sua poesia BIG PICACHO è racchiuso il richiamo a terre lontane, a popoli che sono stati tremendamente perseguitati come le tribù Apache in Arizona, memorie ritrovate che si mantengono in vita in versi toccanti come le lacrime di quelle donne indiane segnate dal grande dolore. E anche in APACHE TEAR2 ci racconta di quanto è difficile camminare nel bordo di questo abisso scivoloso e tondo, di quanto è forte il desiderio di rinascere, di tornare nuova al mondo…

In conclusione, mi sento molto legato a questo genere di scrittura, alla meditazione poetica che partorisce speranza, c’è un bisogno crescente di purezza al giorno d’oggi, non dobbiamo mai smettere di cibarci di poeti assoluti come Daniela Ripetti Pacchini, poeti che sono in grado di richiamare qualcosa di estremamente intimo, di far vibrare l’animo umano attraverso le proprie idee. Leggete Poesia – Phoenix, condividete questa nuova plaquette di versi, affrontate la vita con la stessa caparbietà di questa poetessa speciale.


IMPROVVISO

...l’antecedente mi fu
conseguente
e la catena leggendaria
di ombre che mi erano appartenute
naufragò
come una vecchia gomena…
tutto passò
in repentino cambiamento
davanti ai miei occhi
quando appresi che io
non ero io, non ero
nata
e dovendo interrogare tutti i fantasmi
per capire di me, decisi
di dimenticarmi.

Poesia dalla raccolta Poesia - Phoenix, Daniela Ripetti Pacchini






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